Urgenti interventi di riqualificazione per il Carcere di Castrogno

28
Aug

Urgenti interventi di riqualificazione per il Carcere di Castrogno

Visita delegazione PD alla Casa Circondariale di Teramo

Sulla realtà difficile del Carcere di Castrogno le cronache degli ultimi mesi hanno rialzato l’attenzione ma, toccare fisicamente e visivamente la situazione – così come abbiamo fatto nel corso della visita alla struttura – ha un impatto emozionale forte che va oltre la lucida analisi dei dati. Persone e non solo numeri da sovraffollamento. L’impegno massimo è solo di chi nella Casa Circondariale lavora e rischia in quanto a sicurezza. La struttura ha bisogno di interventi di riqualificazione che, va detto, è assolutamente da mettere in evidenza . Per questo l’iniziativa “Agosto in carcere” – che abbiamo condiviso in delegazione assume un valore, se possibile, ancora più forte che non va ad esaurirsi nell’arco di una mattina ma chiede che ognuno assicuri il suo supporto alla questione e lo faccia con le proprie competenze da mettere in campo.

Gli elementi di criticità del Carcere teramano sono noti da un lato, l’indice di sovraffollamento del 160% e quindi un numero di detenuti esponenziale in relazione agli spazi con tutto quello che comporta, dall’altro il numero inversamente proporzionale degli agenti di Polizia penitenziaria effettivi. Due parametri essenziali, questi, perché il loro mancato rispetto significa non riuscire, di fatto, ad attuare la custodia dei detenuti nel rispetto della persona e delle norme dettate dalla Costituzione ma anche perché, in queste condizioni, si mette a rischio la sicurezza delle persone che nel Carcere lavorano. Un quadro complessivo, questo, che necessita di una visione in cui si incontrino considerazioni, valutazioni, sollecitazioni a livello nazionale.

Su questa fotografia difficile, scattata sotto l’aspetto umano e numerico, va a impiantarsi anche la criticità di un complesso carcerario oramai obsoleto e comunque inadeguato al sistema del regime carcerario attuale. Non possiamo dimenticare che i lavori per la sua realizzazione risalgono infatti al 1977 mentre la riconsegna all’anno 1986. Indicativo il fatto che 24 celle per ogni Settore – celle che accolgono al loro interno almeno due detenuti – fondamentalmente hanno a disposizione tre sole docce funzionanti: un dato, questo, che oltre ad essere fuori dagli standard pone un vero e proprio problema di carattere igienico sanitario in ambienti ristretti e molto caldi, soprattutto nel periodo estivo. Tra l’altro, vale la pena ricordarlo, i detenuti non hanno possibilità di avere dei ventilatori ma hanno dovuto acquistarli attraverso un proprio contributo per il consumo dell’energia elettrica. Tante e differenti, quindi, le criticità che chiedono risposte. Da qui la necessità, e l’urgenza, di interventi di adeguamento della struttura e l’impegno di tutti noi deve essere quello di sollecitarne la realizzazione a livello nazionale senza che si abbassi il livello di attenzione. Questo nella convinzione che un complesso importante come Castrogno merita di essere ristrutturato, anche con l’attenzione dovuta alla riqualificazione degli spazi esterni di socialità.

Va detto che richieste di adeguamento sono state presentate, e sollecitate, negli anni al sistema carcerario da parte dei dirigenti ma sono risposte che possono arrivare solo a livello nazionale. Per questo fare leva sulle sollecitazioni è un impegno che, agli esiti di questa giornata e di questa esperienza, va preso e va sostenuto perché anche il disagio strutturale alimenta ulteriore disagi e tensioni.
Da ultimo, ma certo non ultimo, il dato importante di detenuti che presentano patologie psichiatriche (e sono ben 252 su complessivi 409): nell’ultimo anno si sono registrati 86 atti di autolesionismo tra cui 22 tentati suicidi sventati dal personale penitenziario. E’ chiaro che l’attenzione e la disponibilità per evitare che si verifichino è, e resta, massima ma lo squilibrio dei numeri tra popolazione carceraria e agenti di Polizia penitenziaria non può non avere il suo peso. Di materiale su cui assicurare il nostro impegno nel sostenere le richieste dei dirigenti della struttura ce n’è, è anche tanto e passa per un filo teso che lega il rispetto della persona, la sicurezza del personale e il necessario adeguamento della struttura. Perché la Casa circondariale di Castrogno non corra il rischio di essere dimenticata nel sistema carcerario  nazionale.

Manola Di Pasquale

Presidente PD Abruzzo