La sentenza n. 195 del 2024, pronunciata dalla Corte Costituzionale, segna un momento cruciale nel dibattito sull’equilibrio tra sostenibilità economica e tutela dei diritti fondamentali, con un focus particolare sul diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana. La pronuncia, intervenuta sul ricorso della Regione Campania contro alcune disposizioni della legge di bilancio per il 2024 (legge 30 dicembre 2023, n. 213), evidenzia il carattere prioritario e non sacrificabile delle risorse destinate alla sanità, anche in un contesto di restrizioni finanziarie.
Il Contesto della Sentenza
Il ricorso della Regione Campania contestava, tra le altre cose, le modalità e i criteri con cui la legge di bilancio 2024 imponeva alle regioni di contribuire agli obiettivi di finanza pubblica, in attesa di una nuova governance economica europea. La questione ruotava intorno al rischio che tali contributi potessero compromettere risorse essenziali per garantire diritti fondamentali, tra cui la tutela della salute.
La Posizione della Corte
La Corte Costituzionale ha ribadito un principio fondamentale: in un contesto di scarsità di risorse pubbliche, devono essere prioritariamente ridotte le spese non essenziali, prima di sacrificare quelle funzionali a garantire diritti fondamentali come la salute. La sentenza sottolinea che il diritto alla salute coinvolge esigenze primarie della persona umana e non può essere subordinato a vincoli di bilancio, fintanto che esistono altre risorse disponibili per impieghi non altrettanto prioritari.
In particolare, la Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 527, quinto periodo, della legge di bilancio 2024, nella parte in cui non escludeva dalle risorse riducibili quelle destinate al finanziamento dei diritti sociali e, in particolare, della tutela della salute. Inoltre, è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del comma 557 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevedeva il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni per la gestione del Fondo destinato ai test di Next-Generation Sequencing per la diagnosi delle malattie rare.
Tagli al Buio e il Principio di Leale Collaborazione
La Corte ha richiamato il legislatore a evitare i cosiddetti “tagli al buio”, invitandolo ad acquisire adeguati elementi istruttori sulla sostenibilità degli importi richiesti alle regioni. Inoltre, ha ribadito l’importanza del principio di leale collaborazione, auspicando un maggiore coinvolgimento della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica.
Le Implicazioni della Sentenza
La sentenza 195/2024 ha implicazioni rilevanti per il sistema sanitario italiano e per la governance delle risorse pubbliche:
1.La Sanità come Priorità Non Negoziabile: Le risorse destinate alla sanità devono essere preservate anche in situazioni di crisi finanziaria, riconoscendone la centralità per la tutela della dignità umana.
2.Revisione delle Spese Non Essenziali: Il legislatore è chiamato a concentrare i tagli su spese meno prioritarie, salvaguardando i diritti fondamentali.
3.Nuovi Modelli di Governance: La sentenza rafforza il ruolo della collaborazione tra Stato e Regioni, evidenziando la necessità di procedure condivise e trasparenti.
Conclusione
La sentenza n. 195/2024 rappresenta un baluardo nella tutela del diritto alla salute, ricordando che le esigenze di bilancio non possono prevalere su diritti costituzionalmente garantiti. In un contesto di sfide economiche e sociali, la pronuncia richiama il legislatore a un uso responsabile e mirato delle risorse pubbliche, per garantire non solo la sostenibilità finanziaria, ma anche la coesione sociale e il rispetto della dignità della persona.