Le “infrastrutture digitali” sono necessarie e ci proiettano nel futuro ma la Politica e il Diritto hanno il dovere di disegnare i limiti per scongiurare nuove e preoccupanti forme di povertà sociali, etiche ed economiche. E’ oggi e solo oggi, con la mole di possibilità finanziarie messe a disposizione dal PNRR, il momento giusto per parlare di futuro.
Il futuro, in particolare, delle Città chiamate a raccogliere le quotidiane e sollecitanti sfide dei cittadini che la abitano ed indossano, come un abito. Ma affinché sia un abito comodo o meglio ancora un abito su misura, la Città deve essere capace di fornire risposte adeguate e in grado di governare processi intelligenti di sviluppo. Servono oltre allo sviluppo digitale, il cablaggio dei luoghi dove si erogano percorsi di formazione a distanza, soprattutto alla luce di questa profonda “rottura di civiltà” scatenata dall’emergenza Covid-19.
Le “infrastrutture digitali” sono necessarie e ci proiettano nel futuro ma la Politica e il Diritto hanno il dovere di disegnare i limiti per scongiurare nuove e preoccupanti forme di povertà sociali, etiche ed economiche. Il rischio che si sconfini in un territorio ineguale, non coltivando più la dimensione del limite, attraverso la tecnologia, pone degli impellenti interrogativi alla Città: nelle Città così veloci e tecnologiche, nella tanto enfatizzata smart-city come si colloca il progetto di vita di una persona?
Le infrastrutture innovative, come la didattica a distanza e la telemedicina, consentono a chi abita la Città, all’abitante che la indossa, l’immediatezza conoscitiva ed assumeranno un ruolo fondamentale nel ridisegnare i confini stessi di una Città del futuro. Una Città capace di diventare un’agenzia di sviluppo e di crescita che declina il diritto dei cittadini in doveri, doveri per la città stessa. Ecco che la politica deve avere un’esatta visione delle priorità, deve governare una graduatoria di obiettivi non rinviabili e dare un contributo di indirizzo, aiutando lo sviluppo delle infrastrutture giuste con un pensiero avanzato e in grado di guidare e gestire i processi. In questo il Pnrr già oggi fornisce delle risposte importanti: sulla qualità dell’acqua, sulla transizione ecologica e digitale, sull’innovazione, sugli spostamenti collettivi. Al centro della Città del futuro restano i diritti dei cittadini che va declinato con il diritto delle Città a diventare un tangibile e concreto motore di sviluppo e crescita sostenibile.
La crisi per il Covid, il riscaldamento globale e l’emergenza ambientale vedono le città più esposte ai cambiamenti epocali.
O sapremo governarli o ne rimarremo travolti.