Ogni 4 Novembre ci inchiniamo alla memoria di chi ha perso la propria vita per l’Italia unita.
Ci inchiniamo per celebrare quelle “esemplari gesta eroiche” che “sono state tramandate per ispirare nei più giovani i valori di coraggio, resilienza e patriottismo”: lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
E non è un caso che ogni 4 Novembre ricorrano insieme la giornata delle Forze Armate ed il giorno dell’Unità nazionale.
Mi auguro che chiunque si fermi oggi davanti ad un monumento o ad una targa scopra, se giovanissimo, e ricordi, se adulto, la straordinarietà di potersi e doversi sentire parte di una medesima Comunità.
Mai come oggi, in cui “unirsi” attorno alle responsabilità e alle regole per garantirci una vita di Comunità sembra essere una costante minaccia per una privacy personale.
Mai come oggi, in cui l’Altro in divisa è percepito come un nemico. E lo Stato qualcosa di…altro.
Inchiniamoci.
Alla memoria di chi ha combattuto ieri, e di combatte oggi per costruire e difendere quella cornice di libertà e democrazia che fa di questa Italia una Comunità che ha diritto ad un futuro. E non solo ad una targa.