Oltre la Repressione: La Necessità di una Cultura Contro il Femminicidio

10
Mar

Oltre la Repressione: La Necessità di una Cultura Contro il Femminicidio

Oltre la Repressione: La Necessità di una Cultura Contro il Femminicidio

L’ennesima riforma della giustizia penale, con l’aumento delle pene e l’inasprimento delle misure repressive per contrastare la violenza di genere, si dimostra ancora una volta una risposta illusoria a un problema che ha radici ben più profonde. Come sottolineato dall’Organismo Congressuale Forense, il disegno di legge in discussione sembra più un tentativo di ottenere consenso elettorale che una strategia realmente efficace contro il femminicidio.

L’inasprimento delle pene, infatti, è stato già ampiamente adottato negli ultimi anni attraverso misure come il Codice Rosso, senza però incidere in maniera significativa sulla riduzione della violenza contro le donne. I numeri parlano chiaro: nonostante l’aumento delle sanzioni, i femminicidi non diminuiscono. Questo dimostra che la mera repressione non è sufficiente se non si agisce sul contesto culturale e sociale che li produce.

Femminicidio: Un Crimine di Controllo e Potere

Come spiega Michela Murgia, il femminicidio non è solo l’uccisione di una donna, ma il risultato di una struttura patriarcale che impone ruoli rigidi, aspettative di sottomissione e controllo sul corpo e sulla libertà femminile. Non si tratta solo di un problema penale, ma di un fenomeno che affonda le sue radici in un sistema di potere che marginalizza e opprime le donne in ogni ambito: dalla carriera alla maternità, dall’estetica al diritto all’autodeterminazione.

Lea Melandri evidenzia come dietro la violenza maschile si celi spesso un’incapacità di gestire la propria fragilità, una paura della libertà femminile che porta alcuni uomini a trasformare il rifiuto in violenza. La cultura patriarcale, infatti, ha modellato per secoli la virilità come sinonimo di dominio, rendendo intollerabile l’idea di una donna indipendente, autonoma nelle sue scelte.

Virginia Woolf scriveva che l’uomo si sente “meno adatto alla vita” quando le donne non sono più confinate nei ruoli assegnati dalla società patriarcale. Questo è il nodo del problema: il femminicidio non è solo il prodotto di individui violenti, ma di un sistema che costruisce e legittima il controllo sulle donne, rendendo inaccettabile la loro libertà.

Oltre la Pena: La Cultura Come Strumento di Prevenzione

L’errore più grande che la politica può compiere è pensare di risolvere la violenza di genere con un semplice irrigidimento delle pene. La repressione senza prevenzione non solo si rivela inefficace, ma rischia di alimentare una cultura del giustizialismo che ignora le vere cause del problema.

Se davvero vogliamo fermare i femminicidi, dobbiamo investire in educazione, cultura del rispetto, autonomia economica delle donne, centri antiviolenza adeguatamente finanziati e percorsi di recupero per gli uomini maltrattanti. Dobbiamo lavorare per una società in cui il femminicidio non sia solo punito, ma reso impossibile dalla trasformazione delle relazioni tra uomini e donne.

La vera lotta al femminicidio non può ridursi a una mera stretta repressiva, ma deve passare attraverso un cambiamento culturale profondo. Finché la libertà femminile sarà percepita come una minaccia, finché il rifiuto sarà vissuto come un affronto intollerabile, finché le donne saranno viste come un possesso e non come individui, nessuna pena potrà davvero fermare la violenza.